La Zes Jonica è in ritardo, su questo pesano le scelte politiche del presidente Emiliano e del Pd. Due Zone economiche speciali, interregionali, si sono trasformate in fardello che pesa sul buon esito dell’operazione.
Quello avvenuto oggi al Mise sulla Zes Jonica è stato un confronto aperto e cordiale, di cui tuttavia sfugge il senso. Dalla Puglia e dalla Basilicata è stato espresso l’auspicio di un coinvolgimento del ministero per lo Sviluppo economico rispetto al tema delle Zes, soltanto che non è il Mise ad aver competenza sul tema e inoltre, senza contare che da parte delle due Regioni non è stata richiesta la partecipazione all’incontro del ministero per il Sud: il dicastero competente su questa materia. Si ha l’impressione che sull’argomento Emiliano stia facendo confusione e non abbia obiettivi chiari.
In Puglia, d’altra parte, se il presidente della Regione, e prima il Pd quando era al governo, avessero lavorato per tempo in modo appropriato, non saremmo ad oggi a questo punto. Sulle Zes siamo in palese ritardo, anche perché il presidente Emiliano e il Pd dell’ex Governo hanno anche avuto la malsana idea di istituire due Zes, interregionali tra l’altro, quadruplicando di fatto il lavoro e, in definitiva, fallendo e scaricando il peso degli errori sul neo assessore Borraccino ma soprattutto sui pugliesi e sui lucani. Viene da pensare che il disegno di Emiliano abbia seguito un unico intento, che nulla ha a che fare con l’economia regionale. Ossia, cercare di favorire e accontentare la più ampia platea possibile, 'a pioggia' finendo di fatto con il rallentare l’intero iter e depotenziare la Zes.
Mi auguro davvero che nella modalità di confronto istituzionale con il governo e nell’affrontare i nodi rimasti, venga compiuta da parte della Regione una netta inversione di marcia, perché le Zes, se pianificate nell’ottica della sostenibilità ambientale e della valorizzazione dei prodotti locali, sono un’opportunità che non possiamo permetterci di sprecare.
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