La legge è uguale per tutti ma a Taranto, a causa dei decreti Salva Ilva, questo sacrosanto principio costituzionale è stato stravolto. Non deve accadere più quello che è successo in città nel 2012, quando tramite decreto venne concessa la facoltà d’uso nonostante il sequestro della magistratura.
Pertanto, con un emendamento presentato al dl Crescita - a mia prima firma e sottoscritto dai deputati tarantini Gianpaolo Cassese, Rosalba De Giorgi e Alessandra Ermellino - abbiamo previsto due importanti modifiche per il siderurgico.
La prima, dal prossimo 6 settembre 2019, nel caso di sequestro giudiziario, la facoltà d’uso degli impianti non sarà più garantita per legge.
Dopo l’immunità, che grazie al Governo finirà il 6 settembre 2019, smontiamo un altro pilastro su cui si basano i famigerati decreti Salva Ilva.
La seconda novità: entro 90 giorni, i ministeri della Salute e dell’Ambiente dovranno redigere un nuovo decreto che prevede la Valutazione preventiva del Danno Sanitario, a tutela della salute di cittadini e lavoratori. La VDS preventiva, sabotata dal maledetto decreto interministeriale del 2013 (Balduzzi-Clini) va migliorata con criteri che possano calcolare da subito l’impatto sanitario che ci sarà quando si concluderà nel 2023 il Piano ambientale.
Sono certo che il Governo del cambiamento sosterrà questo emendamento e inoltre auspico che anche le opposizioni supportino la proposta emendativa, affinché il Parlamento rimedi oggi agli imperdonabili errori delle passate legislature.
Taranto va rispettata, e con l’emendamento chiediamo rispetto nei confronti dei tarantini e anche il ripristino dei principi costituzionali che le sono stati scippati.
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