Le chiacchiere che stanno alimentando il dibattito sull' Ilva da parte del premier #Draghi sono davvero l’ennesimo ritorno dell'uguale. Si continua a parlare di rilancio di produzione ma non si risolvono i problemi sanitari e ambientali, ritornano puntualmente le dichiarazioni sulle nuove produzioni a idrogeno ma ad oggi non esistono tecnologie per quantitativi pari a 8 milioni di tonnellate annue di acciaio mentre per i pochissimi casi sperimentali esistenti al mondo per produzioni molto più piccole i costi d’esercizio non sono sostenibili: Draghi racconta favole, ma la realtà è un incubo. La realtà è che l'attività produttiva sta continuando ma ci sono ancora migliaia di lavoratori in cassa integrazione mentre il problema ambientale e sanitario non si sta risolvendo come dimostrato dal rifiuto del dissequestro dell'area a caldo da parte della Procura. In questo teatrino è davvero vergognoso che per assecondare i progetti del PNRR sia calato il silenzio sugli interessi che riguardano la Città di #Taranto che vengono nuovamente calpestati. Mentre il governo dei migliori continua a perseguire la strada fallimentare della continuità produttiva a tutti i costi viene ignorata l’unica strada percorribile con successo già applicata a Genova e Trieste ossia un accordo di programma che preveda la chiusura dell’area a caldo, il mantenimento del reddito dei lavoratori e la riconversione economica di Taranto, obiettivi che non si raggiungono a causa del ventre molle delle forze politiche che sono al Governo.
Il Governo ha anche accolto il mio ordine del giorno collegato alla Manovra con cui si impegna a non rilasciare nuovi permessi per le attività legate agli idrocarburi
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Da quando la Commissione Europea ha confermato l'inserimento di nucleare e gas nella “tassonomia verde” ho letto note stampa, post, prese di distanza, comunicazioni di dissenso proprio da coloro che ne sono responsabili!
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