Sul decreto Cantiere Taranto si gioca una partita importante per cui è necessario il coinvolgimento di tutti. È infatti fondamentale che le associazioni di categoria, quelle ambientaliste e le organizzazioni sindacali tarantine continuino a confrontarsi con i portavoce parlamentari del M5S per raccogliere le istanze utili al territorio, dal fronte ambientale, del lavoro e del rilancio culturale. Io personalmente sono pronto a incontrare chi vorrà partecipare in maniera concreta, quindi con proposte, alla costruzione del nuovo volto della città. Prima di tutto partendo dal ripristino e dal rispetto dei diritti fondamentali, quali la salute, la tutela dell’ambiente e la riqualificazione e sicurezza del lavoro, poi continuando con la promozione delle giuste progettualità per la riconversione economica del territorio.
Ad oggi sono stato interpellato dall’Usb Taranto guidata dal segretario Franco Rizzo, che insieme a molti lavoratori Ilva in Amministrazione straordinaria mi ha comunicato una tra le priorità di immediata efficacia per la causa degli operai: l’integrazione salariale del 10% per chi è in Cigs. Come ho già detto vedró di inserirla tramite emendamento o nel decreto Milleproroghe oppure nel Cantiere Taranto, ove il Governo non dovesse provvedere prima del passaggio in Aula. Ma l’integrazione salariale non è l’unica cosa su cui si può intervenire tramite impegno parlamentare, ci sono infatti varie ipotesi che affrontano il tema della riqualificazione - anche di tipo economico - del personale Ilva in AS che proporrò al mio gruppo Camera ed eventualmente Senato. La bozza del Cantiere Taranto infatti è ancora in fase esplorativa, ma già da ora bisogna arricchirla con gli spunti normativi modellati sulle reali esigenze del territorio di Taranto.
Al Parlamento non resta quindi che prenderne atto dell’insopportabile scippo adoperato dal Governo Draghi verso Taranto e ripristinare i fondi per le bonifiche per le aree escluse
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