Continua l’inchiesta della commissione Ecomafie sulla gestione dei rifiuti in tempi di emergenza Covid. Oggi abbiamo affrontato una interessante audizione con il Procuratore generale alla Corte di cassazione, Giovanni Salvi e il sostituto Procuratore generale alla Corte di cassazione, Pasquale Fimiani.
Sono state rilevate da parte loro alcune criticità su alcuni articoli.
Io mi soffermerò sull’articolo 113 bis del Cura Italia, rimandando all’ascolto dell’intera audizione per maggiori approfondimenti anche sulle altre norme citate.
Un breve focus sul 113 bis del Cura Italia
Sapete che sull’art. 113 bis del decreto Cura Italia la commissione Ambiente M5S della Camera si è già ampiamente espressa (leggi il mio intervento su Il Fatto Quotidiano), e inoltre sull’articolo ho presentato un emendamento per abrogare l'art.113.
I motivi dell’abrogazione del 113-bis, avallati dall’intero gruppo M5S di Camera e Senato e dai membri M5S della commissione Ecomafie, sono stati oggi in parte confermati: abbiamo infatti avuto riprova che le deroghe - sia in termini quantitativi che temporali - costituiscono un problema, non solo perché a nostro avviso potrebbero aumentare eventuali azioni illecite e alimentare gli appetiti della criminalità organizzata, ma anche perché - come lo stesso sostituto Procuratore generale Fimiani ha affermato - sussistono sul 113 bis criticità non di poco conto:
1. La norma così come è stata concepita non contiene alcuna indicazione transitoria, è quindi una norma a carattere definitivo che aumenta fino al 50% il quantitativo di rifiuti depositati e prolunga il deposito temporaneo fino a 18 mesi;
2. In senso assoluto, infine, sussistono delle difformità sull’applicabilità dei limiti indicati nel 113 bis. Cioè se il quantitativo massimo doppio riguardi ad esempio soltanto i 30 metri cubi o anche i 10 metri cubi per i rifiuti pericolosi, o se riguarda il termine di cadenza almeno trimestrale - al di là dalla quantità -, indicato come termine per lo smaltimento dei rifiuti.
Nel mio intervento mi sono soffermato sull’art. 113 bis e sulla circolare del ministero dell’Ambiente dello scorso marzo, che giustifica l’utilizzo di ordinanze urgenti da parte delle Regioni. Nel corso delle audizioni svolte in Ecomafie non è mai stata riscontrata la necessità di una norma derogatoria senza limiti temporali, quindi non riesco a comprendere come mai le Regioni abbiano adottato ordinanza urgenti per aumentare i quantitativi dei depositi di rifiuti a fronte di una diminuzione della produzione dei rifiuti di oltre mezzo milione di tonnellate. Tenete conto che il sostituto Procuratore Fimiani ha detto oggi in audizione che: “Gli impianti per i quali è stato aumentato il quantitativo di smaltimento sono impianti ritenuti espressamente appetibili per la criminalità”. E ancora: “Risulta che importanti settori della criminalità mafiosa abbiano manifestato l'interesse per l'acquisizione di queste società, molte delle quali hanno crisi di liquidità: incrociando i due dati, il rischio appare evidente”.
SU QUESTI INTERROGATIVI LA COMMISSIONE ECOMAFIE CONTINUERÀ AD ANALIZZARE LA VICENDA E PRESTO DELIBERERÀ LA RELAZIONE FINALE!
Per riascoltare l’intera audizione cliccate a questo link
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