Emiliano chiede nuovi fondi per Taranto ma prima di lanciarsi in ulteriori richieste dovrebbe almeno dimostrare che la Regione Puglia è in grado di spendere i fondi statali stanziati - già da molti anni - per realizzare interventi a favore del capoluogo ionico. Mi riferisco in particolare all’utilizzo industriale delle acque reflue trattate negli impianti di affinamento Gennarini e Bellavista di Taranto - per cui nel Cis è prevista una copertura finanziaria di ben 14 milioni di euro (finanziati dal Decreto n.16 del 22.06.2004 OPCM 3536/06) e in seconda battuta, all’ammodernamento tecnologico delle apparecchiature e dei dispositivi medico/diagnostici delle strutture sanitarie pubbliche nei comuni di Taranto, Statte, Crispiano, Massafra e Montemesola, per cui, sempre nel Cis, vi è un importo pari a 70 milioni di euro finanziato dal D.L. 243/2016.
Emiliano si comporta da ‘opinionista da bar’ ma mi chiedo quando inizierà a fare il Presidente di Regione e a lavorare per realizzare gli impegni già finanziati dallo Stato e che da anni sono fermi al punto di partenza a causa delle sue negligenze. Mi spiace dover richiamare, ancora una volta, Emiliano alle sue vere responsabilità ma mi chiedo con quale coraggio venga ‘ripreso’ il nuovo Governo, quando il primo e unico assente è proprio lui? La Regione dov’è quando c’è la possibilità di migliorare la situazione disastrosa della sanità a Taranto, di ridurre l’impatto degli scarichi a mare, di favorire il risparmio idrico, di tutelare a livello quantitativo e qualitativo le risorse idriche, già tristemente scarse a livello locale. Semplicemente non c’è.
Per ciò che riguarda l’aspetto sanitario, vorrei sottolineare che sin dai primi giorni del mio insediamento alla Camera mi sono attivato presso l’Asl di Taranto, in qualità di soggetto responsabile dell’attuazione dell’intervento di ammodernamento, anche al fine di comprendere l'eventuale presenza di criticità e problematiche in ordine alla realizzazione del progetto, che ad oggi sembrerebbe arenatosi.
Si tratta dell’acquisizione dei beni e dei servizi necessari alla realizzazione di interventi di ammodernamento tecnologico e in particolare di potenziamento dell’attività di prevenzione e assistenza ospedaliera e specialistica, con particolare riferimento all’offerta assistenziale dell’Ospedale Moscati in senso oncologico. Sono ormai passati due anni dallo stanziamento di questi 70 milioni di euro ma a novembre 2018 sono state portate avanti solo alcune attività progettuali.
Concludo facendo qualche doverosa precisazione sull’altro grande tema dell’uso industriale delle acque reflue, per cui la Regione risulta essere l’unica grande distratta, facendo perdere al nostro territorio un’altra opportunità. È certamente il fondo istituito presso il Cis a rendere palese l’incuria della Regione, altresì ripercorrendo l’excursus normativo che negli anni ha ribadito l’importanza di usare le acque reflue degli impianti tarantini Gennarini e Bellavista a scopo industriale (ex Ilva) - anzichè scaricare a mare - ci si rende conto che il progetto venne finanziato nel 2004. Nel dettaglio, la costruzione di una condotta in acciaio che, prelevando le acque reflue trattate nei depuratori Gennarini e Bellavista, avrebbe convogliato tali acque al recapito finale del siderurgico. In questa maniera le acque del Sinni e del Tara, che attualmente vengono ancora prelevate dall’acciaieria, avrebbero ricevuto altra destinazione, non più uso industriale ma utilizzo potabile e irriguo.
È arrivata la sentenza del Tar che ha rigettato il ricorso del Presidente della Provincia di Taranto, già interdetto temporaneamente dal conferimento di incarichi. Ora è un Presidente dimezzato dei suoi poteri, vada a casa!
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