Oggi è pubblico sulla Gazzetta del Mezzogiorno, edizione nazionale, la mia replica all'assessore regionale pugliese Giannini che l'altro ieri, sempre sullo stesso giornale, ha diffuso lo stralcio della lettera inviata al ministero dell'Ambiente, riportando notizie non verosimili sui fondi che riguardano gli interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico in Puglia e vi spiego anche il perchè, riportando la nota integrale inviata come risposta...
"Ero già sicuro che le dichiarazioni dell’assessore pugliese Giannini fossero l’ennesimo vaneggiamento strumentale ma ho voluto verificare con il ministero dell’Ambiente la falsità della tesi sostenuta a livello regionale: i 100 milioni destinati ai progetti per la mitigazione del dissesto idrogeologico non sono spariti! Non è in corso nessun blocco che possa essere minimamente imputabile all’inerzia o alla mancanza di volontà da parte del Ministero. Ma anzi, Giannini e, chi con lui, possono star tranquilli che l’istruttoria sugli interventi previsti è stata chiusa e addirittura, la relativa nota è stata già siglata. Ora, il tutto dovrà passare al vaglio del Comitato di indirizzo e controllo per prendere atto del completamento dell'istruttoria e assegnare le risorse all'interno del già avvenuto accordo di programma, per cui successivamente si dovrà fare un accordo integrativo. In definitiva, appare chiaro come il procedimento stia proseguendo e segua regolarmente i suoi passaggi formali. Altresì, le dichiarazioni dell’assessore Giannini appaiono quantomai strumentali, come ribadito anche più su, perché da ciò che mi risulta la Regione Puglia conosce, ma forse non riconosce, sia l’impegno che la volontà del ministero dell’Ambiente sul tema, tanto che il dicastero prosegue nell’iter, pur di garantire i finanziamenti e la tutela per il dissesto, nonostante che sulla questione persistano da parte regionale alcuni punti non chiari riguardo altre ma attinenti partite economiche e finanziarie su atti precedenti deliberati dal Cipe in favore della stessa Regione".
E insieme a un'analisi costo/benefici che ad oggi manca. L'ambiente va tutelato anche quando si progettano soluzioni che potrebbero riservare alternativa più economiche e meno impattanti
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