Reputo gravi, fuori luogo, nonché fuori tempo le dichiarazioni dei Ministri Cingolani e Giorgetti che vorrebbero ritardare l’entrata in vigore in Italia delle disposizioni previste dal 1 luglio 2021 dalla direttiva europea che mette al bando alcune plastiche monouso.
Innanzitutto occorre dire che nessuno gli ha conferito mandato per far ritardare l’entrata in vigore della direttiva, ma anzi c’è un mio ordine del giorno approvato alla Camera (accolto dal Governo) per far entrare prima in vigore le disposizioni della direttiva.
Forse i Ministri non si rendono conto dello stato dei nostri mari che sono letteralmente invasi da rifiuti che, per lo più, sono oggetti di plastica monouso e, in generale, portano alla morte migliaia di specie come delfini, balene, tartarughe, pesci, ecc...
Certamente ignorano il problema delle microplastiche che ormai sono entrate nella catena alimentare e che stanno compromettendo il futuro della pesca.
Il Ministro Giorgetti che conduce il dicastero dello Sviluppo economico, se veramente fosse interessato alla tutela delle aziende e all’innovazione, anzichè pensare a rimandare l’entrata in vigore della direttiva, dovrebbe applicarsi per agevolare il mercato del riutilizzo, del riciclo e finirla di proteggere oggetti ‘usa e getta’ che rappresentano un mercato morente, oltre a essere fortemente inquinante.
Il Ministro Cingolani, invece, ignora la “gerarchia sui rifiuti” che prevede la riduzione a monte dalla produzione dei rifiuti come primo e più importante step per la gestione dei rifiuti e promuovere l’economia circolare: Ministro, come intende attuare questo importantissima gerarchia dei rifiuti se lei è il primo che sabota l’entrata in vigore di direttive che prevedono la riduzione dei materiali usa e getta?
Inoltre appare fortemente contraddittorio il discorso di Cingolani sulle bioplastiche, perché da una parte promuove gli impianti anaerobici (con il PNRR) di trattamento dell’organico, solo che forse il Ministro non sa che la bioplastica non si composta nei tempi previsti dai procedimenti di digestione anaerobica. Questo vuol dire che le “bioplastiche” diventano per le aziende uno scarto, un costo, un rifiuto che aumenta l’impurità dell’organico in uscita dagli impianti.
Con che coraggio si parla di transizione energetica, ecologica, se si continuano a promuovere mercati morenti e inquinanti?
Sono sempre più convinto della impossibilità per forze “ambientaliste” di sostenere questo Governo che si sta rivelando pessimo e non persegue l’interesse della cittadinanza bensì è teso a posizioni conservative del modello produttivo del ‘900.
P.S. L’altro giorno in commissione Affari sociali è stato bocciato un mio emendamento che prevedeva l’estensione della moratoria contro le trivelle e il prolungamento del PiTESAI.
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