L’audizione del Prefetto di #Taranto ha rivelato uno stato inquietante delle bonifiche e contestualmente si è compreso di un sostanziale disinteresse del Governo sull’argomento. Di fatto ci troviamo in una fase di stallo che ormai dura da 1 anno e mezzo, ossia dal cambio di Commissario imposto dal governo Conte II. Dopo innumerevoli solleciti e interrogazioni parlamentari, ad oggi non c’è un Commissario in quanto la nomina del Prefetto Martino, già prorogata per lo Stato di Emergenza una prima volta, è scaduta e al momento il Ministero della Transizione Ecologica ha solo chiesto un eventuale disponibilità al Prefetto per continuare ma di fatto non c’è ancora nulla. Occorre rilevare come seppur uomo di Stato, il Prefetto non ha né le competenze né la struttura tecnica per svolgere tale ruolo ed è molto strano che il MITE di Cingolani non stia pensando a nominare un esperto in bonifiche.
Proprio per questo, desta molta preoccupazione la non conoscenza del Prefetto del “Piano di monitoraggio Ambientale Integrato dell’area di Crisi Ambientale di Taranto” predisposto dal precedente Commissario Vera Corbelli. Per la predisposizione di questo piano, sono state sistematizzate in una specifica banca dati geografica tutte le informazioni inerenti agli studi e alle indagini eseguiti dai differenti soggetti competenti in materia. Pertanto non si capisce come abbia potuto svolgere il ruolo di Commissario alle bonifiche senza la conoscenza di questo fondamentale lavoro. Inoltre, il Prefetto ha dichiarato che ha annullato un bando di gare di bonifica sul cimitero San Brunone per presunte irregolarità, cosa che rende ancora più preoccupante la vicenda. Questo, a detta del Prefetto, è l’unico bando di gara annullato, non si è quindi menzionato come annullamento di bandi, il lavoro di bonifica sugli specchi acquei.
Quella di cambiare Commissario, da Corbelli a Martino, è stata quindi una scelta tutta politica evidentemente non basata su competenze in tema di bonifiche, il risultato di questa decisione voluta dall’ex premier Conte e dal sottosegretario Turco, ha portato allo stato attuale dei fatti e dopo un anno e mezzo non sono ancora chiare le motivazioni che hanno portato il Governo Conte II a cambiare il commissario Corbelli ed inoltre ad oggi non sono ancora chiare le intenzioni del Governo Draghi.
La Commissione Ecomafie continuerà a svolgere questa inchiesta sulle bonifiche di Taranto, difficile e molto articolata al fine di comprendere meglio cosa sta succedendo e per fare chiarezza alla cittadinanza e ai mitilicoltori che sono le vittime di questo inquinamento ultra decennale.
Abbiamo appreso notizie che lasciano l’amaro in bocca ma che mi portano ad affermare che è assurdo che il Governo non sblocchi la situazione sulle bonifiche di Taranto.
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