FACCIAMO CHIAREZZA: NON È PREVISTO UN CONDONO EDILIZIO NEL DECRETO EMERGENZE, COMUNEMENTE CONOSCIUTO COME DECRETO GENOVA!
Basta leggere l’articolo per rendersene conto. Nessun condono edilizio e nessuna riapertura dei termini di quello precedente. Ai Comuni di Ischia diciamo solo che i fondi per la ricostruzione post-terremoto saranno assegnati solo se entro sei mesi verrà completata l’istruttoria per il riconoscimento dell’istanza pendente, ossia che è stata già avviata ma non è stata mai completata. Ora i comuni potranno concludere le pratiche rimaste inevase per oltre un decennio!
FACCIAMO UN PASSO INDIETRO
Gli ischitani hanno presentato un’istanza e aspettano da 15 anni, ossia da quando il governo Berlusconi approvó il condono, di sapere se le istanze sono accolte o meno. Si applicano per ogni istanza le regole di quando ne è stata fatta richiesta.
QUINDI NESSUN NUOVO CONDONO.
NOI ABBIAMO DECISO DI DARE LORO UNA RISPOSTA, A PRESCINDERE SE NEGATIVA O MENO, ENTRO SEI MESI.
Sono circa 1000 gli edifici di Ischia che hanno subito danni causati dal terremoto, non possiamo far altro che dare riscontro a vecchie richieste che non hanno mai avuto risposta.
A NOI NON PIACCIONO I CONDONI, DI NESSUN TIPO ma, queste persone colpite da una tragedia, devono ricevere le risposte che attendono da troppo tempo!
Non sono suscettibili di sanatoria quando sono in contrasto con i vincoli imposti da leggi statali e regionali nonchè dagli strumenti urbanistici a tutela di interessi storici, artistici, architettonici, archeologici, paesistici, ambientali, idrogeologici e ogni altro vincolo che comporti la inedificabilità delle aree.
Grazie alle modifiche apportate in Commissione, viene considerato ai fini dell’accoglimento dell’approvazione delle istanze, oltre ai già citati vincoli, il parere della soprintendenza. Inoltre NON potrà fare richiesta chi è stato condannato per mafia!
È ovvio che i fondi per la ricostruzione andranno solo a tutti quei cittadini, colpiti dal sisma, ai quali verrà dato esito positivo e che non violano norme sismiche e paesaggistiche.
Le affermazioni di Cingolani fanno rabbrividire e sono un chiaro esempio di come il Governo Draghi continui a decidere su Taranto senza conoscere lo stato dei fatti
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