Sono lieto che dopo aver espresso pubblicamente il dissenso ad un'eventuale proroga della prescrizione ambientale che riguarda la batteria 12 e la nuova doccia 6 dello stabilimento siderurgico di Taranto (in scadenza a fine mese), il Ministro Cingolani abbia deciso di non avallare la richiesta di proroga. Difatti, come risulta dagli atti della Conferenza dei servizi dello scorso 16 giugno, non vi erano i presupposti per la concessione della proroga, a fronte del danno sanitario e ambientale che continua a derivare.
Nel merito sottolineo che sin dal contesto della Conferenza dei Servizi è stato affrontato il problema del grave impatto sanitario causato dalle emissioni provocate dalla produzione siderurgica di ben 6 milioni di tonnellate annue di acciaio, un limite produttivo intermedio previsto in attesa del completamento dell’AIA (dopodiché sarà a 8 milioni di t/a). Il tema è altresì menzionato nel ‘Rapporto di Valutazione di Danno Sanitario’ realizzato da Arpa Puglia, Asl Taranto e Agenzia Regionale ARESS a maggio 2021, sulla base dei criteri metodologici previsti dalla legge regionale pugliese in sede di riesame dell’AIA. Ed è proprio questa VDS il punto cardine, perché esplicitamente l’ex Ministro Costa ha imposto nel decreto di avvio del riesame AIA del 2019 che la VDS venisse fatta non solo secondo i principi del decreto ministeriale del 2013, legato ai decreti salva Ilva e che calcola il danno sanitario solo se vengono superati i limiti emissivi, ma soprattutto secondo i criteri della legge regionale del 2012, che calcola gli impatti sanitari in maniera preventiva. Occorre poi ricordare che la VDS, secondo i criteri della legge regionale, aveva già dimostrato in maniera preventiva che, qualora fosse stata realizzata l’AIA rilasciata nel 2011, sarebbe rimasto un rischio concreto di ammalarsi di tumore per 12 mila persone. Ma il duo di ex ministri Clini e Balduzzi pensò bene di bypassare questo rapporto di VDS, per sostituirlo con i criteri del decreto ministeriale del 2013 che, come detto, calcolano l’impatto sanitario solo in caso di superamento dei limiti emissivi: in poche parole l’hanno sabotata.
Quindi bene che Cingolani si sia allineato con la decisione della Conferenza dei Servizi, anche se in via generale, quello che è emerso dovrebbe convincere la politica tutta a mettere uno stop all’area a caldo, perché il rischio di ammalarsi è concreto, lo stabilimento non è compatibile con la salute umana e con il territorio.
Grazie a un nostro emendamento (a prima firma Daga - M5S) nell'ambito del dl Crescita. Nessuno deve rimanere indietro
Leggi di più
Al Governo chiediamo la rimozione dei restanti fusti radioattivi ancora presenti nel sito Cemerad di Statte in provincia di Taranto su cui non si può più perdere ulteriore tempo
Leggi di più
Vi racconto la visita al porto di Taranto, accolto dall'AdSP Sergio Prete
Leggi di più
La Regione Puglia torni indietro sui suoi passi, la provincia di Taranto non ha bisogno di un altro impianto per rifiuti organici
Leggi di più
Con l’approvazione del mio emendamento al dl Milleproroghe si triplicano i tempi della consultazione pubblica sulla CNAPI e si allunga il periodo di confronto del Seminario nazionale
Leggi di più
L’inceneritore sarebbe un grave errore, non risolverebbe il problema della gestione dei rifiuti a #Roma in quanto è in contrasto con la gerarchia della corretta gestione dei rifiuti stabilita dalle direttive europee. Prima di arrivare alla fase di smalti...
Leggi di più
Il Pd non si smentisce nemmeno sul dl Crescita, un esempio della loro inefficacia dal punto di vista ambientale è la presentazione dell’emendamento a prima firma Boccia che propone la decarbonizzazione entro il 2040
Leggi di più
Dopo la scelta del Governo di ignorare i problemi che sono stati causati ai piccoli azionisti della Banca Popolare di Bari, ho riportato il caso in Parlamento presentando 2 interrogazioni al Presidente del Consiglio Draghi e al Ministro delle Finanze Franco.
Leggi di più