E’ previsto per legge che il Mar Piccolo diventi un’Area Marina Protetta dove sarà quindi possibile coniugare la tutela ambientale e le attività di mitilicoltura, eppure durante l’audizione del Prefetto, riconfermato Commissario, è emersa l’incertezza sulla futura destinazione del mare interno di Taranto. Mi chiedo se all’interno del TIP qualcuno tra amministrazione centrale, regionale ed enti locali sappia di questa disposizione di legge prima di avanzare proposte discutibili.
Le preziose attività di mitilicoltura non sono compatibili con le attività portuali, visto anche lo stato di contaminazione dei sedimenti dell’ ”area 170h” che inevitabilmente verranno rimessi in circolo dal moto ondoso provocato dalle navi: i soggetti politici che partecipano al TIP cosa stanno pensando di realizzare visto che sono stati tutti d’accordo a riprogrammare gli interventi di bonifica? Il sabotaggio dell’osservazione Galene, unico luogo dove cittadini, imprese e Stato dovevano pianificare, di fatto non è stato più messo in condizione di funzionare. Ciò ci rivela che probabilmente gli appetiti sul Mar Piccolo stiano crescendo al di là dei confini comunali. Per tutelare la nostra laguna, da sempre il cuore di Taranto e le attività di mitilicoltura nessuno si deve azzardare a mettere in discussione l’Area Marina Protetta che potrà essere realizzata solo a termine delle bonifiche.
Si comprende bene come la situazione di #Taranto sia frutto di una mancata pianificazione che possa portare a delle proposte compatibili con le varie destinazioni future delle aree. Emerge che diversi interventi, tra il Governo Conte II e quello di #Draghi, siano stati portati avanti proprio in assenza di pianificazione e potrebbero entrare in contrasto con quelli che sono gli obiettivi finali reali delle bonifiche e della preservazione delle attività di mitilicoltura.
Oggi stiamo permettendo che anche al Sud la misura si diffonda
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