La #Puglia è la maggior produttrice di rinnovabili d’Italia e non deve invertire la rotta tornando ad essere una regione dipendente dalle fonti fossili tra l’altro da Paesi esteri e dittatoriali. I rigassificatori, che siano fissi o galleggianti, sono infrastrutture soggette alla direttiva sul Rischio d’Incidenti Rilevanti e che non sono utili ad ottenere ne l’indipendenza energetica ne a combattere la povertà energetica. Il gas liquefatto deve essere importato da Paesi esteri e ha costi di produzione maggiori del 50%, inoltre i costi del gas pagato dalle bollette dei cittadini non dipendono da valutazioni locali ma sono indicizzati al prezzo spot di mercato, il TTF alla borsa di Amsterdam, per cui anche l’affermazione che i rigassificatori combattano la povertà energetica non corrisponde al vero. Abbiamo già un’infrastrutturazione sufficiente anche a compensare la mancata erogazione stagionale del gas proveniente dalla Russia, ma non solo perché nel 2021, dei 3 rigassificatori esistenti in italia, un terzo non è stato riempito, inoltre l’Italia ha esportando gas all’estero, ben 1,5 miliardi di mc.
L’unica motivazione che spinge il Governo ad avere nuove infrastrutture gas, non è per il consumo interno bensì, è quella di far diventare il nostro Paese un “hub del gas” che possa ricevere, stoccare e distribuire in Europa questa fonte fossile 20 volte più climalterante della CO2. Una scelta energetica che sarebbe stata idonea 20 anni fa, ma oggi questa scelta ci farà perdere tempo nella transizione ecologica e cosa ancora più grave condizionerà lo sviluppo industriale rendendolo ancora più vulnerabile alle crisi finanziarie sul gas e continuerà a rendere gli italiani schiavi dei Paesi esteri e delle multinazionali dei fossili. Inoltre, oltre ai rigassificatori, a Roma si sta discutendo in Commissione attività produttive alla Camera, se riattivare il progetto di un altro gasdotto che porterà gas in Puglia, East Med-Poseidon e per giunta di raddoppiare il TAP.
Tutto ciò è irrazionale nell’ottica dell’indipendenza energetica che si può ottenere invece puntando su rinnovabili, stoccaggi di energia, adeguamento della rete elettrica per evitare le congestioni che nel 2020 hanno impedito a circa 800 GW/h di energia eolica di essere immessi in rete e soprattutto la riqualificazione energetica degli edifici che viene ostacolata dal Governo Draghi e dai partiti di maggioranza smontando il bonus 110%, decisione che ha bloccato 5000 cantieri in Puglia. Non si perda ulteriore tempo alla corsa dietro le fonti fossili e si punti sulla transizione energetica, l’unica in grado di liberare cittadini e imprese dal costoso abbraccio soffocante delle fonti fossili.
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