A seguito delle audizioni in commissione Attività produttive sull’indotto Ilva, apprendiamo che Mittal continua a essere un cattivo pagatore. Non sarà qualche rata saldata a rasserenare il territorio, anche perchè ci sono ancora molti altri debiti da estinguere e sussiste un rischio concreto legato all’eventuale entrata dello Stato nell’azionariato, ossia quello che potrebbe essere il pubblico a sobbarcarsi i debiti del privato.
L’atteggiamento irresponsabile di Arcelor Mittal si riversa anche sui lavoratori, siamo infatti venuti a conoscenza dell’invio di avvisi di sospensione con preavviso di licenziamento ad alcuni dipendenti dello stabilimento che sembrerebbero aver denunciato le numerose inadempienze da parte del gestore sugli impianti. Se fosse confermato l’ultimo caso relativo alla sospensione dal lavoro di un delegato sindacale Fiom, che segue quello di qualche mese fa di un delegato USB, saremmo di fronte a un ulteriore atto grave da parte di Mittal che diffonde implicitamente terrore nei confronti chi denuncia.
Questo testimonierebbe inoltre come ancora una volta la gestione dell’inquinante fabbrica sia insostenibile non solo dal punto di vista sanitario e ambientale ma anche verso i diritti dei lavoratori. Queste azioni devono essere contestate su tutti i fronti, al governo e soprattuto al ministero dell’Economia e Finanze chiediamo di smetterla con questo atteggiamento accondiscendente nei confronti di Arcelor Mittal.
[nota congiunta con il collega del M5S Gianpaolo Cassese]
Ho voluto dimostrare di persona il mio sostegno al lavoratore Ilva licenziato da Mittal partecipando al presidio organizzato da USB a Roma
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