Il centro destra, cavalcando la paura diffusa sui temi dell’energia dal Governo e dai media nelle ultime settimane, si dichiara a favore dei rigassificatori in Puglia. Il PD e il M5S nonostante nel 2018 abbiano preso la stragrande maggioranza dei voti dei pugliesi, rimangono in silenzio e girano la testa dall’altra parte.
Questa mattina sul Quotidiano Puglia ho appreso le dichiarazioni dei colleghi D’Attis (Forza Italia) e Marti (Lega) che sono stati gli unici oltre me ad esprimersi sul tema. Seppur siano su posizioni diametralmente opposte rispetto le nostre, devo comunque riconoscere che il centro destra si è espresso, a favore, mentre il PD e Il M5S rimangono vergognosamente in silenzio e non intendo sprecare tempo a commentare l’ennesimo tradimento, mi vorrei concentrare sulle fake news diffuse dai colleghi di centro destra e comunicarvi che le loro motivazioni FAVOREVOLI non trovano alcun fondamento. Dicono che tale rigassificatori aiuteranno ad abbassare il costo delle bollette di cittadini e imprese…. In realtà non è vero!
I RIGASSIFICATORI FARANNO RISPARMIARE SULLA BOLLETTA: FALSO!
I rigassificatori, che siano fissi o galleggianti, sono infrastrutture soggette alla direttiva sul Rischio d’Incidenti Rilevanti e che non sono utili ad ottenere ne l’indipendenza energetica ne e combattere la povertà energetica. Il gas liquefatto deve essere importato da Paesi esteri e ha costi di produzione maggiori del 50%, inoltre i costi del gas pagato dalle bollette dei cittadini non dipendono da valutazioni locali dovute alla presenza dei rigassificatori ma sono indicizzati al prezzo spot di mercato, il TTF alla borsa di Amsterdam, per cui l’affermazione che i rigassificatori combattano la povertà energetica e che abbasseranno il costo delle bollette non corrisponde al vero.
Lo ripeto per l’ennesima volta: La Puglia è la maggior produttrice di rinnovabile d’Italia e non deve invertire la rotta tornando ad essere una regione dipendente dalle fonti fossili tra l’altro da Paesi esteri e dittatoriali. Abbiamo già un’infrastrutturazione sufficiente anche a compensare la mancata erogazione stagionale del gas proveniente dalla Russia, ma non solo perchè nel 2021, dei 3 rigassificatori esistenti in italia, un terzo non è stato riempito, inoltre l’Italia ha esportando gas all’estero, ben 1,5 miliardi di mc.
L’unica motivazione che spinge il Governo ad avere nuove infrastrutture gas, non è per il consumo interno bensì, è quella di far diventare il nostro Paese un “hub del gas” che possa ricevere, stoccare e distribuire in Europa questa fonte fossile 20 volte più climalterante della CO2. Una scelta energetica che sarebbe stata idonea 20 anni fa, ma oggi questa scelta ci farà perdere tempo nella transizione ecologica e cosa ancora più grave condizionerà lo sviluppo industriale rendendolo ancora più vulnerabile alle crisi finanziare sul gas e continuerà a rendere gli italiani schivi dei Paesi esteri e delle multinazionali dei fossili. Inoltre, oltre ai rigassificatori, a Roma si sta discutendo in Commissione attività produttive alla Camera, se riattivare il progetto di un altro gasdotto che porterà gas in Puglia, East Med-Poseidon e per giunta di raddoppiare il TAP.
COME POSSONO I CITTADINI E LE IMPRESE RISCONTRARE CHI HA RAGIONE?
Basta vedere quanto sia aumentato il costo delle bollette del gas a carico di cittadini e imprese e quanto invece a tale aumento del costo delle bollette sia aumentato il fatturato dell’ENI che, assieme a SNAM, è l’unica che ha aumentato i profitti non solo nel 2021 ma anche nel primo trimestre del 2022, incassi miliardari……e i cittadini pagano! Vi ricordo che una delle motivazioni che ha giustificato il TAP è quella che “il gasdotto abbasserà il costo delle bollette”… il TAP è entrato in funzione lo scorso anno, le vostre bollette sono aumentate o diminuite?
LA SOLUZIONE?
Tutto ciò è irrazionale nell’ottica dell’indipendenza energetica che si può ottenere invece puntando su rinnovabili, stoccaggi di energia, adeguamento della rete elettrica per evitare le congestioni che nel 2020 hanno impedito a circa 800GW/h di energia eolica di essere immessi in rete e soprattutto la riqualificazione energetica degli edifici che viene ostacolata dal Governo Draghi e dai partiti di maggioranza smontando il bonus 110%, decisione che ha bloccato 5000 cantieri in Puglia.
Non si perda ulteriore tempo alla corsa dietro le fonti fossili e si punti sulla transizione energetica, l’unica in grado di liberare cittadini e imprese dal costoso abbraccio soffocante delle fonti fossili.
Al Parlamento non resta quindi che prenderne atto dell’insopportabile scippo adoperato dal Governo Draghi verso Taranto e ripristinare i fondi per le bonifiche per le aree escluse
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